La Chiesa Parrocchiale di S’Agostino Ferrara

“..La chiesa vecchia di Sant’Agostino fu edificata nel 1507 dalla famiglia Bianchetti lungo la via Matteotti dietro l’attuale municipio, era dotata di sacrestia, casa, campanile e canonica. Aveva pure un annesso oratorio dedicato a Santa Liberata ed un cimitero.

Nel 1566 fu restaurata e riedificata totalmente per le continue rotte. Nel 1600 fu elevata a arcipretura plebanale. Nel 1626 fu costruito il campanile vecchio a cura dell’arciprete A. Cremonini. Nel 1674 fu sostituita la sacrestia lunga 22 piedi e larga 12 piedi e mezzo. Nel 1676-79 fu costruito l’oratorio sede della compagnia dei Centuriati fino al 1894. Nel 1755 dietro espresso ordine del Cardinale Lambertini viene costruito il nuovo oratorio della Compagnia dei Sacchi che diventerà in seguito l’attuale chiesa parrocchiale nel 1769.

La presente chiesa di Sant’Agostino deriva quindi dal piccolo ed incompleto oratorio dei Sacchi, innalzato in località “Le Giare”, dal conte Corradino Ariosti nella prima metà del Settecento. All’interno di questo oratorio, nel 1769, furono trasferite le funzioni della cinquecentesca chiesa parrocchiale resa inutilizzabile in seguito all’ennesima Rotta alla Panifilia avvenuta 3 anni prima. L’edificio però, era incompleto e di ridotte dimensioni rispetto al numero degli abitanti, (le dimensioni dell’oratorio sono identificabili in larghezza con la navata centrale e in lunghezza con la distanza tra la porta grande dell’attuale presbiterio).

Nel 1791/92 cominciarono i lavori di ampliamento aggiungendo due navate laterali ed allungando quella centrale con il presbiterio, la cappella maggiore e il coro a scapito della retrostante canonica, in seguito ricostruita. Dalle mura perimetrali dell’edificio furono ricavate le possenti colonne portanti, quadrate, presenti all’interno della chiesa attuale. La chiesa mancava però della facciata in stile neoclassico che fu completata nel 1879. Nello stesso periodo (1789-90) fu recintato il cimitero in rispetto delle leggi ecclesiastiche del tempo. Furono costruite anche una nuova canonica, la casa del campanaro e la casa della farmacia che solo da questo momento cominciò a funzionare.

Nel 1823 venne innalzato il campanile, a ridosso della nuova chiesa, utilizzando il materiale di recupero di quello settecentesco demolito tre anni prima. Tutto ciò fu possibile grazie all’intervento dell’Arciprete Giuseppe Serra. Nel 1895 fu costruito l’oratorio della Compagnia del SS. Sacramento dedicato alla Beata Vergine della Consolazione. Nel 1921, presso i locali attivi all’asilo infantile nella costruzione di fianco alla chiesa parrocchiale di proprietà della Cassa Rurale che la mise a disposizione (era sull’area del vecchio cimitero che servì alle tumulazioni dal 1770 al 1864; quello successivo fu in uso fino al 1921 quando fu costruito l’attuale cimitero tra Sant’Agostino e San Carlo), venne istituita una scuola di cucito e ricamo gestita dalle suore.

Attualmente la chiesa è composta internamente da tre navate: una vasta navata centrale culminante con il presbiterio e l’abside, Coro ligneo e Cappella Maggiore e due laterali per cui entrando, a sinistra si trovano: San Luigi Gonzaga opera di un certo Galvani, la Vergine con Santa Liberata e l’organo nuovo, la Cappella della Beata Vergine; mentre a destra: la prima è dedicata ai santi SS Antonio e Francesco con la Vergine e un crocifisso, poi la beata Vergine del Rosario, il quadro che domina l’altare maggiore è dedicato al patrono Sant’Agostino e a Santa Monica sua madre, viene dai più attribuito a Fra Stefano da Carpi (1710-1796), ma già nel 1852 esperti dell’epoca (e vi sono documenti nell’Archivio Comunale che lo attestano) attribuiscono il dipinto a Jacopo Calvi detto il Sordino (1740-1815). Anche sul finire del Novecento un esperto lo ritenne opera del Sordino. Nel Coro ligneo un perimetro di seggi intagliati dal maestro locale Dino Bonzagni. Inoltre vi sono due pregevoli dipinti di recente restauro raffiguranti l’uno il Transito di San Giuseppe, l’altro Sant’Anna con “la Vergine Bambina” di autori ignoti…”

(Tratto da “Sfogliando le delibere – 1816/74” a cura di Enzo Baroni e Lorenzo Baruffaldi (2000))